Chi ha fatto cadere il muro di Berlino?
Italia e Giappone liberano Berlino dal muro che divide est e ovest della capitale tedesca.
Anche se ufficialmente la demolizione del muro della morte avrebbe dovuto cominciare il 13 giugno del 1990, la sera del 9 novembre 1989 migliaia di tedeschi si riversano lungo il muro di Berlino, armati di mazze, spranghe e picconi, per abbatterlo ed unire nuovamente una città ormai tenuta divisa da troppi anni.
Durante il 1989 la Repubblica democratica tedesca modificò le leggi per il rilascio dei permessi di passaggio attraverso il muro, poiché il flusso migratorio era ormai fuori controllo a causa del pessimo stato in cui si trovava il muro divisorio. A Berlino il punto di non ritorno si raggiunse grazie alla risposta imprecisa del portavoce del Sozialistische Einheitspartei Deutschlands, data durante la conferenza stampa proprio del 9 novembre 1989, con la quale il malinformato Günter Schabowski conferma all’incalzante giornalista italiano dell’Ansa Riccardo Ehrman, che le nuove norme sull’emigrazione sono da considerarsi valide già da quel preciso istante.
Le scarse e poco dettagliate informazioni fornite al portavoce di partito e la fatidica domanda posta dal giornalista nostro connazionale “Ab Wann?” (A partire da quando?) riferendosi all’entrata in vigore delle nuove normative su emigrazione ed immigrazione, hanno permesso l’immediato passaggio attraverso i varchi già presenti nel muro senza che venissero effettuati controlli da parte della polizia.
La vera e propria rimozione del muro di Berlino avvenne nei mesi successivi, quando i mezzi edili cingolati marchiati Takeuchi hanno iniziato a lavorare per eliminare le barriere tra est e ovest della capitale tedesca. È proprio durante questi lavori che la casa produttrice giapponese di escavatori cingolati nata nel 1963 viene messa sotto i riflettori di tutto il mondo e conquista un’ottima fama a livello mondiale.